S.Giovanni SuergiuTorna alla lista

Le prime testimonianze accertate della presenza umana nel territorio di San Giovanni Suergiu sono da ascrivere al Neolitico. Provengono dalla necropoli di Is Loccis Santus a ridosso della piana che si affaccia sull’istmo di S.Antioco. Costituita da tredici tombe pluricellulari scavate nella tenera trachite, quest’area cimiteriale presenta lo schema classico degli ipogei di quel periodo, con cellette rialzate rispetto al piano pavimentale e con ingressi abbelliti da rincassi a cornice. Probabilmente la sua ubicazione la rendeva strategica per il culto dei defunti in quanto sovrastava tutto il golfo e l’antica città di Solki. Anche il periodo nuragico è ben rappresentato grazie al complesso del nuraghe Candelargiu, a pianta trilobata. I recenti scavi hanno portato alla luce un villaggio di capanne, un pozzo sacro e la capanna del capo. Per la sua posizione geografica altamente strategica, San Giovanni Suergiu presenta anche tracce significative del periodo medievale, con i resti murari del castello dell’antica villa di Palmas e la chiesa romanica di Santa Maria delle Grazie, costruita intorno all’anno Mille, la più antica del Sulcis. Intorno al 1300 fu costruita anche la chiesa di San Giovanni Battista, di cui ad oggi restano la facciata originaria e i muri laterali, che diede il culto del patrono alla comunità. Da sempre a vocazione agricola e pastorale, il paese sulcitano nato da un cuore di medaus e furriadroxius, tipici agglomerati di abitazioni in stile campidanese, ora si concentra su altre economie, come la valorizzazione della sua area SIC, e la promozione del turismo attivo. Porto Botte e Punta Trettu sono meta ideale per gli amanti della natura e degli sport acquatici come il kite surf, ma l’intero territorio si presta a essere visitato e scoperto con escursioni a cavallo e in bicicletta. Tra le tante bontà gastronomiche che ancora oggi si producono e si cucinano secondo la tradizione locale, è possibile gustare i “malloreddus” e i “sappueddus”. Svariate le pietanze che includono la cipolla tipica di San Giovanni Suergiu (riconosciuta con il marchio PAT dal Ministero delle Politiche Agricole) dal sapore dolce e dalle numerose proprietà organolettiche.

Foto gallery