Carbonia racchiude nella sua etimologia la propria origine: terra del carbone. Costruita in appena 300 giorni sul finire degli anni Trenta nel mezzo del bacino carbonifero sardo, fu ufficialmente inaugurata il 18 Dicembre 1938 dal suo stesso ideatore, Benito Mussolini. Inizialmente la città sarebbe dovuta sorgere sul Monte Sirai ma poi fu scelta la zona che da Monte Rosmarino si estende sino a Serbariu. Concepita per attrarre lavoratori, la città ben presto accolse genti da tutte le parti d’Italia: toscani, marchigiani, veneti, abruzzesi, molisani e siciliani. Una miscellanea di popolazioni, differenti per tradizioni e cultura, ma intenzionate a sottrarsi alla povera e arcaica economia agropastorale. Le prime tracce di vita nel territorio di Carbonia risalgono al Neolitico e sino all’età nuragica. Monte Sirai fu fondato dai fenici di Solky intorno al 730 a.C, un insediamento da sempre identificato su base storica per uso civile. Oggi si presenta come un’area archeologica di notevole interesse e prestigio per studiosi e turisti. Un raro esempio di riconversione è rappresentato, invece, dalla grande miniera di Serbariu, patrimonio tutelato dall’Unesco. Imponente opera di archeologia industriale, visitabile in tutto il suo splendore e la sua storia, sorge su quella che è stata la più moderna miniera di carbone della Sardegna. Due moduli estrattivi di oltre 100 metri d’altezza, un’efficiente laveria e numerose gallerie dotate di officine e depositi. Nel 1940 vi lavoravano oltre 3000 minatori e nel 1971 venne ufficialmente chiusa perché non ritenuta più strategica dal punto di vista energetico. Dal 2006 il progetto di recupero e valorizzazione hanno dato vita al Museo del Carbone all’interno del quale si ripercorrono i gesti quotidiani degli operai in galleria con la possibilità di ammirare strumentazioni, oggetti e attrezzi da lavoro, attraverso fotografie, documentari e filmati d’epoca. Carbonia, dunque, è una città tra passato e presente, che ha abbandonato ogni attività carbonifera e si è legata al settore terziario. Per anni capoluogo di provincia, racchiude in sé una grande dinamicità commerciale e artigianale, con un occhio attento allo sviluppo turistico che possa fornire un’alternativa economica, tutta incentrata sulla sua storia e sull’archeologia industriale. Non a caso nel 2010 ha vinto il Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa con il progetto di riqualificazione “Carbonia Landscape Machine”.

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